lunedì 7 febbraio 2011

La legge degli Erode

Questa notte tanto per cambiare non riuscivo a dormire, le notizie italiane su internet le avevo divorate quasi tutte durante la giornata e purtroppo i canali televisivi brasiliani durante il weekend contengono ancor piu' paccottiglia che durante la settimana. Poi per mia fortuna in un canale minore sono incappato in un film messicano in lingua originale (sottotitolato in portoghese). Si intitolava "La ley de Herodes", una commedia politico criminale scritta e diretta da Luis Estrada nel 1999.
Ambientato in un Messico del 1949 narra le vicende di un povero disgraziato, Juan Vargas (interpretato da Damian Alcazar), che viene scelto dal partito dominante per ricoprire la carica di sindaco in uno sperduto villaggio dell'entroterra visto che il precedente era stato assassinato.
Arrivato con le piu' buone intenzioni e convinto di applicare il motto del partito "modernita', pace e progresso" in breve tempo si rende conto di trovarsi in un luogo dove l'unica legge imperante e' la corruzione.
Dopo alcuni titubanti tentativi di ristabilire l'ordine naufragati nel ridicolo, anche su consiglio del governatore che gli aveva dato l'incarico, decide di adeguarsi alla situazione ed in un crescendo di trasformazione mefistofelica  diviene un corruttore, bugiardo, manipolatore, aguzzino ed assassino.
Grazie al revolver regalatogli dal governatore piega il piccolo villaggio ai suoi piu' turpi voleri, chi cerca di sbarrargli il cammino o viene incarcerato con false accuse oppure e' eliminato seduta stante.
Grazie a questa atmosfera di vulnus, ricatti, minacce ed assurdi balzelli, da povero in canna come era arrivato il sindaco riesce a raggranellare un fortuna.
Nel frattempo il governatore che era in attesa di essere candidato nuovo presidente dai generali, scopre di essere stato scartato, decide cosi' di organizzare l'assasinio del suo rivale, che pero' non riesce.
Scoperto e braccato dalle autorita' raggiunge il paesino di Juan Vargas, per impossessarsi della sua fortuna e poter cosi' fuggire all'estero.
In un crescendo tragicomico alla fine il sindaco uccide il governatore, ma subito dopo sta per essere linciato dai concittadini, stanchi delle continue angherie e vessazioni. Sopraggiungono i militari che davano la caccia al governatore....
Il film si conclude con il discorso carico di promesse ed ideali pronunciato da un Juan Vargas nel senato Messicano di cui e' diventato membro per aver ucciso il governatore traditore.
Fin qui tutto bene, ho assistito ad un film piacevole sarcastico ed intelligente, una buona opera di un regista che devo ammettere non conoscevo. Solo che stamane apro l'Unita' online e leggo "Bertolaso a capo del PDL"....
Forse non mi sono ancora svegliato.

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